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Tutti hanno un glossario marketing, ma io ce l'ho più lungo.

Ho deciso di scrivere un glossario marketing per un motivo molto pratico ispirato da tre episodi.

La maledizione del marketer. Tutti(quasi) fanno finta di capirti.

Qualche anno fa, quando tutto questo baraccone era all'inizio e le AI erano delle kubrichiane fantasie, stavo insegnando come integrare automazioni, anzi all'epoca dicevo "Marketing Automation" che era trendy, nei differenti modelli di business per l'e-Commerce per un master in digital marketing.

Mentre performavo "alla grande", improvvisamente il silenzio è interrotto quando qualcuno tra gli studenti comincia a sbadigliare e si lascia sfuggire un "Ma che minchia sta dicendo?"

Lo guardo tra il divertito e lo staredown prima di un incontro di boxe clandestino e lui coraggiosamente continua "ce l'hai un glossario?", io lo guardo impietosito e gli chiedo "sto pronunciando male le parole in inglese?" e lui "no, è che non ho mai sentito questi termini", rimangono perplesso, ma poi gli altri studenti pian piano iniziarono a confermarmi che nemmeno loro li avevano sentiti.

Eppure erano termini utilizzati correntemente nelle business school e nell'ambito lavorativo. Ah giusto, business school e ambito lavorativo. Io vengo da una formazione internazionale e ho lavorato in progetti in cui erano richieste specifiche competenze che la scuola non forniva e soprattutto i termini erano tutti in inglese. Probabilmente l'unico ambito lavorativo che quei ragazzi avevano visto fino ad allora, era servire cocktails d'estate per tirare su una paghetta.

Serviva un glossario e quindi... non lo feci. Non mi pagavano abbastanza. Optai per parlare una lingua agrodolce impastata di tecnicismi, parolacce e metafore iperboliche che tra l'altro mi si addiceva alquanto. Considerando i messaggi folli ricevuti su Linkedin nei giorni successivi, diciamo che fu un successo, ho fatto più lead generation in quel corso che un anno di Google Ads.

Il nemico in casa. Nella casa dell'eccellenza del Marketing.

La seconda volta accadde con il team sales e operations di Viral Octopus. Durante una riunione esposi il piano per l'anno successivo e il mio braccio destro Silvia (la Boldrini forse direbbe "la mia braccia destra", fatemi sapere come si dice) mi guarda e mi dice "a volte sopravvaluti il tuo interlocutore" e così mi resi conto che nuovamente stavo parlando la lingua dei marketing Minions.

E due. Dovevo scrivere un glossario e quindi... non lo feci. Avevo troppe cose da fare e quindi decisi di esporre diversamente. Forse mi hanno capito, ma non me lo hanno mai confermato.

Il marketing è una cosa meravigliosa se hai un glossario marketing a portata di mano.

La terza volta è quando iniziai, alcuni mesi fa, a lavorare a markersheets.com.

Marketer Sheets è un progetto che parte da un sistema di automazioni, formule matematiche e procedure per sviluppare piani marketing avanzati, oltre ad una raccolta di check list per implementarli.

Volevo creare qualcosa il cui output fosse veramente avanzato e che considerasse non solo il marketing, i funnel e la comunicazione, ma che s'incastrasse a regola d'arte con gli obiettivi di business definiti nel business plan e che potesse adattarsi agli eventi esterni incontrollabili. Un piano marketing fatto bene in poche parole.

Il cervello ha iniziato a fare fumate nere quando mi sono messo in testa di farlo diventare un prodotto che chiunque fosse in grado utilizzare e per progetti di qualunque dimensione. L'obiettivo era di creare un'interfaccia intuitiva su Google Sheets dove inserire tutte le informazioni necessarie in modo semplice e immediato, per poi trovarsi un documento in cui i dati erano già aggregati, incrociati e le proiezioni fatte, a cui aggiungere solo le considerazioni finali.

Quindi ho iniziato a scavare in tutti i modelli di marketing possibili e immaginabili, indagare case study di successo e mi sono ritrovato di fronte a matematica avanzata, questioni contabili e altra roba davvero complessa di cui poco capivo. Avevo trovato una tribù di marketing minions di cui non comprendevo il dialetto.

Dopo aver sudato sette camicie, finalmente il cervello ha fumato bianco. Operazione conclusa con successo. Ora serviva spiegarlo a chi lo avrebbe usato in futuro e mi sono reso conto che le tematiche da affrontare erano talmente ampie che un glossario serviva a me oltre che ai miei interlocutori e quindi... non avevo più scelta. Era ora di scriverlo questo glossario.

Il marketing è una cosa noios.. ops, meravigliosa

Ho iniziato a ticchettare con grande entusiasmo le dita sulla tastiera, ma prima del quarto termine mi stavo annoiando a morte. La lead generation è bla bla, l'email marketing è bla bla, il sito web è bla bla e così via. Trovavo un termine, iniziavo a descriverlo, googolavo per cercare conferme autorevoli a quello che avevo scritto e finivo con lo scrollare shorts su Youtube, da Artemis sulla luna ai cinesi che mangiavano le meduse e le stelle marine.

Appena sfuggivo dalla punizione inquisitoria algoritmica di Youtube che mi bruciava preziose ore di vita, per redimermi dai miei peccati di pigrizia, ricominciavo diligentemente a soffrire. Per poi peccare ancora finendo col sangue ribollente d'ira, quando trovavo dei concetti importantissimi che i tanti apprezzati guru con le loro formule magiche del copy persuasivo e delle ads che convertono, non hanno nemmeno idea che esistano, educando i miei potenziali clienti e collaboratori a dire e pensare cavolate.

Il marketing è meraviglioso quando vuoi renderlo meraviglioso

Quindi, per sfogo, ho iniziato a scrivere di getto una versione popolare dei termini, togliendomi qualche sassolino dalle scarpe nel frattempo e aggiungendo qualche informazione in più a ciò che di solito si trova in un glossario.

Mi è piaciuto e sono divertito, in fondo la vita può essere dura a volte, sul lavoro bisogna essere seri, ma perchè essere anche noiosi?

Una volta lessi "se vuoi piacere a tutti, apri una gelateria". Dissento e aggiungo: anche in questo caso sono sicuro che non piacerei a tutti e quindi prendiamoci dei rischi...

Da oggi ho iniziato a scrivere un termine di marketing al giorno come fioretto. Nasce il glossario polemico del marketing, lunga vita al glossario polemico del marketing.